lunedì 23 marzo 2015

Commento Ventesima Giornata

Il peccato e la vergogna

F.C. Ponte - A.C. Mengaroni :  4 - 3

Non ho la più pallida idea di quale sia la trama della fiction televisiva con la Arcuri e Garko, ma non ho dubbi che sia della grande TV spazzatura. E di spazzatura e di ridicolo il Menga si è coperto a Fermignano, in un sabato pomeriggio incredibile e folle, dove le Meduse conducevano il match per 2-0 e con un uomo in più dopo appena 20 minuti.

Ma la fame e la disperazione di Ponte, ultima in classifica e con un piede nel baratro della retrocessione, hanno pesato sulla bilancia almeno quanto la presunzione e la pochezza dei pesaresi, scomparsi dall'incontro, in completa confusione tecnico-tattica, incapaci di reagire ad un avversario non troppo proibitivo.
La cronaca segna 2 bei gol di Verdo a inizio partita, ma dopo l'espulsione del regista di casa, il Menga commette errori gravissimi a ripetizione, sparendo completamente dal campo. Bure consegna palla direttamente all'attaccante avversario aprendogli un'autostrada verso la porta e permettendogli di accorciare le distanze; poi uno sbilenco cross dalla destra prende tutti di sorpresa rotolando infidamente in rete. Ma nel mezzo non bastano 2 mani per contare le assurdità e gli orrori. Passaggi sbagliati, appoggi fuori misura, tiri direttamente nei campi e soprattutto tante occasioni concesse agli avversari.
La ripresa non cambia, perché invece di riquadrarsi la squadra si sfascia maggiormente. Il campo minuscolo e l'uomo in più sono soltanto motivo di ulteriore confusione, anche dalla panchina il Mister ci capisce veramente poco, in balia degli eventi come tutti i giocatori e incapace di trovare soluzioni.
Serve il terzo gol di Ponte a svegliare un po' i pesaresi, arrivato su corner dopo una pessima marcatura di Schino che perde l'avversario permettendogli di trafiggere ancora Schiara.
A questo punto il Menga tira fuori un briciolo d'orgoglio, ma non è poi granché, perché mai riesce a sfruttare la superiorità numerica e mai arriva ad un vero forcing offensivo. Ponte continua a lottare con il coltello fra i denti, buttandosi su ogni pallone, ripiegando velocemente, chiudendosi a riccio e ripartendo in contropiede.
Il pareggio di Pollo, con un buon destro dal limite, è solo illusorio. Quando sembra che il Menga si sia rimesso in carreggiata, a 10 minuti dal termine, è un altro corner, un'altra marcatura morbida, a ricacciarci all'inferno. Ottima l'incornata dell'attaccante avversario e palla in rete per il 4-3.
A nulla serve l'assedio finale, perché nonostante 2 palle gol enormi sprecate da Ivo e Bure, Ponte riesce ancora fare male, impegnando Schiara in più di un'occasione. Il cronometro scorre inesorabile e al fischio finale è Ponte che può esultare per una grande impresa.
Al Menga, dopo un'infinità di peccati, resta la vergogna, non tanto per la sconfitta, che nello sport è sempre possibile, ma per il modo e l'atteggiamento con cui è arrivata. E per la delusione data ai tifosi venuti a sostenerci da Pesaro. 
Le meduse avevano l'occasione di centrare definitivamente la qualificazione ai playoff, avevano il dovere di giocare con rabbia, con grinta, con determinazione. E invece nulla di tutto questo.
La trasferta con l'ultima in classifica ha visto scendere in campo una squadra molle, senza palle, in attesa degli eventi, presuntuosa e convinta di fare risultato con il minimo sforzo. Molti giocatori svagati, poco concentrati, mai in partita. Un atteggiamento troppo superficiale, una leggerezza che non si addice a chi, con fatica e sudore, ha mutato una stagione iniziata in modo disastroso e con fatica l'ha resa entusiasmante e avvincente.
Se non si torna a mordere, a lottare, a masticare l'erba del campo, tutti gli sforzi fatti fino a qui potrebbero essere vani. Se non si torna a sudare, a giocare con e per i compagni, sostenendoci e aiutandoci a vicenda, il nostro finale di campionato può diventare spazzatura.
Ma la fiducia in questa squadra è incrollabile. Non ho dubbi che già da venerdì tutti avranno voglia di dimostrare il loro valore e vorranno farlo cattivi e incazzati, di fronte alla capolista, per far vedere a tutti di che pasta è fatta la gente che vive Menga, che beve Menga, che respira Menga, che gioca Menga!
Fino da Barcellona si leva l'urlo della rivincita, il canto della rivolta, le note della vendetta: Mengaroni paura non ne ha, Mengaroni paura non ne ha!
Dimostriamolo!
Forza Mengaroni!!

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